In viaggio verso noi stessi, vita dopo vita
Quando liberiamo il potere della mente in meditazione, allora il tempo non è più un ostacolo che rigidamente spinge l’esistenza in senso lineare, dal passato al futuro. Siamo liberi da rigidità e fissità causale, quindi liberi di sovvertire le leggi del tempo lineare e di riscrivere gli eventi che ci hanno riguardato e che ancora conservano un potere sulla vostra vicenda.
Riscrivere il passato equivale a inviare una parte di noi - la parte più saggia e libera, la più matura - nei territori del passato con l’intento di liberare il potere dell’ignoto addensatosi attorno a eventi che non abbiamo compreso. Si tratta di agglomerati energetici che contengono tutti i nostri drammi ed equivoci e che determinano la spinta a ripetere i medesimi schemi, a rinforzare il complesso delle energie statiche e bloccate. Possiamo immaginare la persona che siamo stati, ancora avvolta nel dramma, nelle sue spire energetiche soffocanti, affiancata dalla persona che siamo diventati, dal nostro sé futuro in missione con l’intento di riscrivere l’evento, tramutando il dramma in commedia. Così la persona che siamo stati coglie un messaggio proveniente dal futuro, un impulso liberatorio che la nostra parte saggia invia nel passato.
Dal punto di vista del nostro sé presente stiamo andando nel passato. Dal punto di vista del nostro sé passato avvertiamo una forza benigna al nostro fianco, una presenza amorevole. È il nostro sé futuro, simile a un angelo custode, a una guida, a un maestro disincarnato.
Quando operiamo la riscrittura di un qualsiasi evento stiamo annullando le rigide barriere dello spazio-tempo: non solo riscriviamo un evento contenuto nel nostro passato sovvertendo la ferrea regola della linearità del tempo; sovvertiamo anche le regole dello spazio, poiché alteriamo l’intero spazio fisico fino a ridurlo a spazio della saggezza del nostro cuore ed espandiamo lo spazio della saggezza del nostro cuore fino a comprendere l’intero universo insieme alle vicende di altri universi che il nostro cuore nel suo spazio intimo e vasto può similmente contenere.
Il tempo è il tempo che impieghiamo nella narrazione degli eventi, il tempo è fatto di parole. Le parole fanno il tempo. Il linguaggio, un prodotto della mente, è responsabile della creazione del tempo. Se ri-narriamo gli eventi, sovvertendone il tono, stiamo scompigliando il tempo, rimescolando le carte del flusso temporale. Creiamo un tempo nuovo che prende a scorrere parallelo al vecchio tempo e nel quale possiamo immettere la nostra coscienza come testimone dell’evento riscritto.
Un metodo che funziona non solo come passaggio del testimone fra sé passato e sé futuro. La medesima logica è all’opera nelle successive incarnazioni. È possibile che una futura incarnazione visiti la presente incarnazione per suggerire, alleviare, consolare, ispirare. Allora la futura incarnazione sarà simile alla voce di un profeta udita nei sogni lucidi, all’annunciazione di una meraviglia nel labirinto della mente a-temporale. Affinché il miracolo proclamato prenda forma siamo chiamati a lasciare andare ogni attaccamento alle linee rigide e fisse del passato, siamo invitati a recuperare il candore infantile, la morbidezza di un neonato agli esordi fra le luci incerte dello spazio-tempo ordinario. Esistono luoghi risplendenti, popolati da bagliori caldi e suoni celesti. E nei sogni talvolta li visitiamo. Succede quando la vita viene vissuta veramente.